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Produzione e Allestimenti

Teatro Comunale Pavarotti-Freni

Caratteristiche del teatro, allestimenti a noleggio e produzione di nuovi allestimenti

Presso il Teatro Comunale di Modena, fra i più attivi e prestigiosi teatri di Tradizione italiani nel settore della costruzione di allestimenti scenici, è possibile noleggiare allestimenti passati oppure commissionare la creazione ad hoc di allestimenti scenici.

Per informazioni scrivere a
segreteria@teatrocomunalemodena.it
tel +39 059 2033030

Caratteristiche tecniche del teatro

Materiale fonicaMateriale luci

Palcoscenico

PiantaSezione

Produzione nuovi allestimenti

La capacità produttiva Teatro di Modena, sulla scia della tradizione del teatro all’italiana, è un patrimonio da considerare vero e proprio bene culturale al pari delle strutture architettoniche. Tutti i nuovi allestimenti sono costruiti – per quello che riguarda le parti in legno e la tela dipinta – nei laboratori di scenografia del Teatro Comunale di Modena, dalla compagine di macchinisti costruttori, scenografi realizzatori ed attrezzisti interna alla struttura. Al fine di valorizzare questo aspetto e, grazie a una capacità produttiva riconosciuta a livello internazionale, il Teatro Comunale di Modena costruisce scene ad hoc anche per produzioni liriche sia in Italia che all’estero. Fra i recenti allestimenti operistici realizzati per altri il nostro ed altri teatri ricordiamo: La Gioconda (2018, Fondazione Teatri di Piacenza), Lucia di Lammermoor (2017 New National Theatre Tokyo in coproduzione con Opéra di Monte Carlo), Le nozze di Figaro (2015 Auditorio di Tenerife e Teatro Comunale di Bologna), Don Pasquale (Centre Lyrique Clermont Auvergne in coproduzione con Opéra Grand Avignon, Fondation Pergolesi Spontini, Opéra Théâtre de Limoges, Opéra de Massy, Opéra de Reims, Opéra de Rouen Haute-Normandie, Opéra Théâtre de Saint-Étienne, Opéra de Vichy), La Cenerentola (2015 Opéra di Lausanne), Pushkin’s Fairy Tales (2015, regia di Bob Wilson Teatro delle Nazione, Mosca), Veremonda, l’Amazzone di Aragona di Francesco Cavalli (2015 Spoleto Festival USA Charleston).

La sala di scenografia

Il laboratorio di Scenografia del Teatro Comunale di Modena costituisce un raro esempio di antica sala teatrale di scenografia ancora attiva nella sua originaria funzione. Durante l’Ottocento i teatri storici avevano riservato a questi spazi un’intensa attività artistica, legata per lo più alla produzione interna a ciascuno di essi e portata avanti da abili pittori scenografi. Nel corso del Novecento, conseguentemente alle evoluzioni tecniche in campo scenografico, questi ambienti sono stati progressivamente abbandonati o snaturati. Più precisamente, nell’Ottocento le scene erano prettamente dipinte, ma già sul finire del secolo, a causa dell’introduzione dell’illuminazione a gas prima e di quella elettrica poi, iniziarono a prendere piede con maggior frequenza scenografie costruite e tridimensionali. Essendo situati nei sottotetti, i laboratori interni ai teatri non potevano garantire spazi sufficienti alla lavorazione di questo tipo di allestimenti che si sviluppavano anche in altezza e vennero, quindi, destinati a usi diversi.

La sala di scenografia di Modena è fortunatamente scampata a questo destino e ha continuato a rimanere in vita seguendo le vicissitudini del Teatro Comunale di cui è parte. Grazie all’intervento di Koki Fregni la sala è stata riportata artisticamente in auge, divenendo sede di una vera e propria scuola modenese di scenografia. Da quel momento la sala non ha cessato di essere fucina di pregevoli opere e, attualmente, il pittore Rinaldo Rinaldi ne garantisce a sua volta la sopravvivenza.

L’esperienza personale di Rinaldo Rinaldi, insieme a Maria Grazia Cervetti e Keiko Shiraishi, rappresenta la conservazione e il rinnovamento in un campo artistico intrinsecamente artigianale, gettando luce su una figura artistica e professionale spesso ignorata da pubblico e critica. Tra le pareti ricche di memorie del Teatro Comunale di Modena, Rinaldi contribuisce a due fatti di rilevanza culturale nazionale: garantisce la sopravvivenza della figura del pittore scenografo, un’antica arte di cui oggi non restano che pochi rappresentanti, e mantiene in attività la storica sala di scenografia del Teatro modenese, una tipologia di luoghi ormai prossimi all’estinzione.