Uno dei testi più neri, scontrosi, irresistibilmente grotteschi del cosiddetto “teatro della Shoah”: si intitola I Cannibali e lo ha scritto nel 1968 George Tabori, uno dei maggiori autori europei del Novecento. Un uomo che la Shoah l’ha vissuta nella pelle. Nato a Budapest esattamente un secolo fa, nell’anno in cui inizia la Grande Guerra, Gyorgy abbandona l’Ungheria nel 1936 ed emigra a Londra. Suo padre, storico, scrittore e giornalista, rimane in patria, viene catturato dalle SS e deportato ad Auschwitz. Muore nel 1944.
Il testo teatrale de I cannibali è stato messo in scena in diverse occasioni ma non è mai stato associato alla musica. Il progetto, coprodotto dalla Società Amici della Musica “Guido Michelli” di Ancona, dagli Amici della Musica di Modena, dalla Fondazione Teatro Comunale di Modena e dalla Società Aquilana dei Concerti “B. Barattelli”, intende colmare questo vuoto e trasformare il play originale in una delle forme drammaturgiche più efficaci nella storia della musica occidentale: il melologo. Le musiche di scena sono state commissionate a Claudio Rastelli, compositore modenese da sempre molto vicino alla cultura musicale della Shoah. In scena la voce di un efficacissimo strumento solista, il bayan, affidato per l’occasione a uno dei maggiori interpreti italiani, Germano Scurti.