I Carmina Burana sono una delle pochissime opere musicali del primo Novecento ad aver trovato un pieno, naturale equilibrio fra istanze contemporanee e entusiasmo di pubblico. La loro fortuna si deve alla sapiente operazione di “rielaborazione del passato” che Carl Orff compì, in questo caso, su 24 testi appartenenti a una silloge di canti medioevali ritrovati nell’abbazia di Benediktbeuren, in Baviera. Le parole furono rivestite di una musica nuovamente composta, ma straordinariamente efficace nel muovere le passioni e l’immaginario dell’ascoltatore in relazione alle radici storiche dell’opera. Ciò che ha contribuito al successo dei Carmina è anche la loro vocazione drammatica, un elemento tipico della creatività di Orff insieme alla passione per la musica antica, per l’etnografia, e per l’utilizzo della musica come mezzo espressivo accessibile a tutti.
Con questo concerto, la Filarmonica Toscanini presenta, dopo la Nona Sinfonia di Beethoven dello scorso anno, la produzione più importante della sua stagione sinfonica. A guidare un ensemble vocale e strumentale di oltre duecento elementi sarà John Axelrod, interprete americano che ha diretto oltre centocinquanta orchestre in tutto il mondo e per le maggiori istituzioni, fra le quali il Teatro alla Scala di Milano, il Festival di Salisburgo, il Festival di Lucerna, l’Accademia di Santa Cecilia e il Teatro San Carlo di Napoli.