Opera “dimenticata” di Giuseppe Verdi fino alla prima metà del Novecento, Il Corsaro fu riscoperta con sporadiche esecuzioni a partire dagli anni Sessanta (Venezia 1963, Londra 1966) per debuttare negli Stati Uniti solo nel 1981 e venire lentamente rivalutata presso il grande pubblico. Alla storia della sua messa in scena ha contributo il pregiatissimo spettacolo che il regista Lamberto Puggelli firmò per il Teatro Regio di Parma nel 2004, ripreso con successo dal Festival Verdi nel 2008 e, nel 2015, dalla moglie Grazia Pulvirenti. L’impianto scenico, di impostazione tradizionale, è di Marco Capuana con i ricchi e variopinti costumi di Vera Marzot. Il mare è al centro di un allestimento dove “diviene il simbolo della tensione romantica dell’opera – come spiega la regista -, non a caso tratta da un poema di Lord Byron; una tensione che culmina in una ricerca di assoluto attraversando l’orrore delle guerre e della storia. Il mare viene circoscritto teatralmente nel gioco delle scene in rapido mutamento, virtuosisticamente disegnate da Marco Capuana: in esse il pieno e il vuoto sono definiti da vele che si alzano e si abbassano, si raccolgono o si spiegano al vento”. L’opera è stata rappresentata al Teatro Comunale di Modena prima d’ora solo in epoca storica, nel carnevale della stagione 1852-53.
Argomento
Agli inizi del XIX secolo, nel Mar Egeo, Corrado, capo dei Corsari, sconfitto e condannato a morte dal Pascià Seid, fugge grazie all’aiuto della concubina Gulnara ritornando sull’isola dei corsari dove troverà, morente, l’amata Medora.