Il Teatro Comunale di Modena dedica ogni anno uno spazio ai compositori contemporanei e alle nuove opere, rivolgendosi in particolare al pubblico dei giovani e ai nuovi linguaggi. Questo titolo nasce da una commissione a due autori fra i più interessanti e stimolanti del panorama nazionale contemporaneo, Paolo Marzocchi e Guido Barbieri, con la quale il Teatro Alighieri di Ravenna ha voluto rendere omaggio alla memoria di un proprio concittadino. Roberto Bachi era un alunno della scuola Elementare “Filippo Mordani”, deportato e deceduto ad Auschwitz durante la guerra. La sua storia è riemersa nel 2002 grazie al contributo dei suoi stessi ex compagni di classe e alla sensibilità del compianto Giorgio Gaudenzi, allora direttore didattico della scuola, il medesimo Istituto frequentato da Roberto Bachi e da cui proviene il Coro di Voci Bianche Libere Note protagonista dello spettacolo.
“Roberto Bachi è un ragazzo senza storia – spiega Guido Barbieri. Se ne avesse avuta una oggi avrebbe 85 anni, forse vivrebbe a Ravenna o a Parma o a Milano o in chissà quale altro posto del mondo. Avrebbe avuto dei figli, dei nipoti, una casa al mare. E invece no. In un giorno imprecisato dell’autunno del 1944 la sua storia si interrompe. Ha poco più di 15 anni, è lontano dalla età adulta, e la sua vita finisce dentro gli ingranaggi del più meticoloso, preciso, calcolato sterminio di popolo che mai sia stato compiuto. Nel settembre del ’38 la famiglia Bachi deve abbandonare Ravenna. Si trasferisce a Parma e poi, dal 1943, a Torrechiara. Nel corso di una ispezione Roberto e il padre, Armando, vengono arrestati e deportati a Milano, nel carcere di San Vittore, in due celle separate. Non si rivedranno mai più. Lo svolgimento drammaturgico dell’opera prevede la presenza di due attori (Vittorio, uno dei protagonisti del viaggio, e Irene, la madre di Roberto), e di quattro cantanti che danno voce, invece, alle apparizioni dei personaggi reali e fantastici della vita di Roberto.”
“Abbiamo pensato a un teatro musicale non solo per bambini ma con diversi piani di lettura e una fruizione di un pubblico ampio – aggiunge Paolo Marzocchi. Non siamo interessati tanto all’aspetto realistico di questa vicenda, quanto a una riflessione poetica sull’argomento. L’idea di fondo è stata quella di esplorare l’immaginario di un bambino di quell’epoca, le possibili visioni, apparizioni che possono averlo visitato nei momenti tragici del suo viaggio. Una materia che Guido Barbieri ha derivato da uno studio delle letture e dai soggetti di intrattenimento dell’epoca, da Salgari al Libro della Giungla. Questo, in contrasto con la tragedia, dà spunto a momenti e situazioni musicali anche leggere e piacevoli”.
Paolo Marzocchi ha scritto musica per il Festival di Lucerna, per il Teatro La Fenice di Venezia e per il Maggio Musicale Fiorentino. Collabora da alcuni anni con il Ministero dell’Istruzione intorno a progetti sperimentali legati alla didattica musicale e alla sensibilizzazione sociale. Con Guido Barbieri sta sviluppando un progetto rivolto ai bambini di Lampedusa che si concluderà a ottobre 2015.