Il sensazionale successo di Cavalleria rusticana, nel 1890, aveva fatto sperare in una rinascita dell’opera italiana dopo una crisi ultradecennale. L’anno seguente, Mascagni aveva dato alle scene L’amico Fritz, il suo secondo titolo, con un risultato trionfale per il pubblico di allora che lo vedeva ormai come il compositore più promettente della giovane generazione.
Evitando il confronto con l’opera precedente, Mascagni aveva cambiato decisamente rotta e alla poetica verista aveva preferito la tradizione della ‘commedia lirica’, o sentimentale. L’atmosfera serena e l’ambientazione pastorale fanno pensare a un tardo esempio di genere semiserio, a metà strada fra opera seria e opera buffa. L’azione si svolge in un paese della campagna alsaziana, dove il buon Fritz Kobus, ricco possidente e scapolo convinto, scommette con David, l’amico rabbino, che non riuscirà a fargli prendere moglie. Sarà Suzel, la figlia del fattore, a fargli cambiare idea, complice la gelosia per un suo imminente matrimonio con un giovane del paese.
Lo spettacolo in scena a Modena è frutto di un entusiasmante percorso di formazione rivolto a giovani cantanti e curato da Leo Nucci, che firma anche la regia dell’opera. Il progetto, che si concluderà nel 2017, ha già portato in scena a Piacenza gli scorsi anni, con successo di critica e pubblico, Luisa Miller e L’elisir d’amore. “Penso che ‘Opera Laboratorio’ rappresenti il punto di partenza per ricreare la cultura operistica in Italia – ha dichiarato Leo Nucci. A ragazzi che hanno svolto percorsi di studio importanti, mettiamo a disposizione tecniche, esperienza e competenza per dar loro modo di apprendere il più possibile. Dico ‘noi’ perché il lavoro deve essere collettivo per essere completo: sono affiancato da nomi importanti nel mondo del teatro italiano come Carlo Centolavigna, Salvo Piro e Claudio Schmid. L’importante non è eseguire un’opera, ma mettere in scena quello che il testo dell’opera comunica e per farlo non basta avere una bella voce, bisogna sapere interpretare il verso, la singola parola. Riuscire a trasmettere la pratica e l’amore del lavoro quotidiano è il nostro compito”.