Scritta da uno dei maggiori compositori austriaci della belle époque e dal celeberrimo autore de Il Pipistrello e Sul bel Danubio blu, Una Notte a Venezia è un’operetta allegra e spensierata venuta alla luce nel 1883. Nei giorni in cui impazza il Carnevale, il Duca di Urbino, celebre donnaiolo, si lancia in prodezze amorose, assistito dal suo barbiere Caramello. Alle loro vicende si intrecciano le trame amorose di nobildonne e popolane, che approfittano dei mascheramenti carnevaleschi per prendersi qualche allegra libertà. Dopo tanta confusione, finalmente tutte le coppie si riuniranno in un immancabile lieto fine. Una notte a Venezia racconta il nostro paese con gli occhi dello straniero, snocciolando divertenti stereotipi con la contagiosa gaiezza che si riverbera nella splendida musica del re del valzer, che alterna arie dolcissime a polke e mazurke passate alla storia.
Note al programma
di Silvia Felisetti
Quando Jaques Offenbach in persona nel 1864 gli disse: “Voi dovreste scrivere operette”, il già affermatissimo ed idolatrato Johann Strauss (figlio) probabilmente cadde dalle nuvole. Celebrato come “Re del Waltzer” in tutta Europa ed oltre, era talmente preso dalla frenetica attività di direttore della sua orchestra sempre in viaggio – Parigi, Vienna, Boston, Mosca – che certo non aveva tempo per avvicinare
questo nuovo genere teatrale, né da spettatore né tanto meno da autore. Trovare i soggetti, trattare con i librettisti, occuparsi della messa in scena non gli era mai balenato in mente. Per nostra fortuna la prima moglie Jetty Treffz, ex cantante, fiutò l’affare e rovistando tra le carte del marito, gli sottrasse alcuni abbozzi di sue composizioni e li affidò a Richard Genée, un Kapellmeister del Theater an der Wien, perché venissero corredati da un testo. L’esperimento ebbe successo e, forse ancora spinto dalla brama di offuscare la fama dell’odiato padrerivale,
Johann compose ben 16 operette, tra le quali campeggiano il fortunatissimo Die Federmaus (il Pipistrello), Der Zigeunerbaron (Lo Zingaro Barone) e Eine Nacht in Venedig (Una notte a Venezia). Un suo messaggio indirizzato al librettista testimonia l’ottimo risultato della nuova carriera da operettista «Ho l’impressione, caro amico, che Der Zigeunerbaron ci farà più ricchi di centomila Rotschild!»
Una notte a Venezia è la sola operetta di Strauss che, per incresciosi motivi personali, non debuttò a Vienna bensì a Berlino il 3 ottobre 1883.
Ad indurlo ad accettare questo soggetto con il titolo originario di Notti Veneziane fu ancora la moglie, questa volta la seconda delle tre sposate dal compositore. Johan si mise dunque al lavoro nel 1882, ma proprio mentre si accingeva a mettere mano all’orchestrazione la giovane moglie Angelika lo lasciò per Franz Steiner, il direttore d’orchestra al Theater an der Wien, aitante ventinovenne.
Adontato, Johann interruppe prontamente i lavori. Solo all’inizio del 1883, per festeggiare l’ottenuto di vorzio, concluse la prima versione della nuova operetta, ma certamente non volle rappresentarla nel teatro del rivale. La prima rappresentazione berlinese ebbe però un’accoglienza alquanto tiepida, non certo per le musiche (applauditissime dal pubblico), quanto per il libretto farraginoso nella trama e privo di vis comica. Sottoposta a vari aggiustamenti, l’operetta ottenne poi un clamoroso successo una volta rappresentata
a Vienna. Riportano le cronache del tempo: “Un tumulto di applausi, che è durato diversi minuti, ha salutato il maestro tornato a casa dall’estero. La gioia è stata poi così grande, ed espressa in modo così rumoroso, che dal clamore non ci si era neppure resi
conto che l’orchestra aveva cominciato a suonare. Il ruggito di applausi che era stato interrotto, è poi ripreso al termine dell’ouverture. Sarebbe troppo noioso, per i nostri lettori, se riportassimo in dettaglio tutte le ovazioni raccolte da Johann Strauss durante
la serata. Vorremmo semplicemente far notare che vi fu domanda per diverse ripetizioni di quasi ogni parte dell’operetta!”
Musicalmente Una notte a Venezia brilla di vivaci pagine comiche alternate a qualche slancio languido davvero intenso, ma naturalmente sono i valzer sontuosi e le vivaci polche a campeggiare in questa ambientazione veneziana; non manca una tarantella
che poco ha a che vedere con Venezia, ma per un pubblico austriaco sicuramente voleva evocare una generica ambientazione italiana.
Forse proprio quel libretto complesso e “debole” ha fatto sì che in Italia questa operetta, amatissima in Austria, sia stata rappresentata molto raramente e perfino il teatro Rossetti di Trieste, vero baluardo dell’operetta, volendo comunque metterla in scena lo abbia
fatto in forma di concerto con una voce narrante.
Operetta in due Atti di F. Zell e R. Genée
Musica di Johann Strauss
Traduzione italiana L. Zambianchi
Adattamento di S. Felisetti e A. Brachetti
Direttore Stefano Giaroli
Regia Alessandro Brachetti
Coreografie Salvatore Loritto
Scene e Costumi Artemio Cabassi
Realizzati da Arte Scenica Reggio Emilia
Corpo di Ballo Novecento
Orchestra “Cantieri d’Arte”
Produzione Compagnia Teatro Musica Novecento
La Compagnia Teatro Musica Novecento è nata nel 1995 a Reggio Emilia da un gruppo di artisti affermati in campo teatrale, lirico ed operettistico, con importanti esperienze maturate nelle più prestigiose Compagnie d’Operetta e di Prosa, nonché in importanti Enti Lirici.
Dopo il successo de La Vedova Allegra di Franz Lehár, la Compagnia ha intrapreso un percorso di ricerca, valorizzazione e modernizzazione nell’ambito del genere Operetta attraverso nuove produzioni di Cin-Ci-Là, Il Paese dei Campanelli, Al Cavallino Bianco, La Principessa della Czarda, Scugnizza e L’Acqua Cheta rappresentate nelle migliori piazze e teatri d’Italia in più di venti anni di attività. A queste si sono affiancate le grandi pagine dell’Operetta francese di Jacques Offenbach: La Vie Parisienne e La Belle Hélène e titoli meno rappresentati come Fiore d’Hawaii di Paul Abraham, La Danza delle Libellule di Franz Lehár, La Bajadera di Emmerich Kálmán.
Elemento distintivo di tutte le produzioni è la musica dal vivo: Teatro Musica Novecento è infatti una delle pochissime compagnie d’Operetta in Italia a vantare al presenza dell’orchestra in ogni suo spettacolo grazie alla stretta collaborazione con l’Orchestra Cantieri d’Arte.