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Don Giovanni non è solo uno dei grandi capolavori di Mozart, ma di tutta la storia della musica. L’opera, costruita sopra il testo esemplare di Lorenzo Da Ponte, realizza un equilibrio inscindibile tra commedia e tragedia in un dramma dal profilo etico e metafisico dove gli istinti umani più bassi si mescolano ai più alti ideali. Don Giovanni è un personaggio che affascina e respinge con la stessa intensità. Incarnazione di un uomo senza umanità, di un essere libero che non ha coscienza sociale, si muove con l’inarrestabile energia e con il coraggio irresistibile del seduttore. Un edonista che cerca il piacere senza pensare alle conseguenze.
Definito ‘il mito della modernità’, quello di Don Giovanni ha conosciuto, prima e dopo Mozart, innumerevoli rielaborazioni a partire dal 1630, anno in cui il drammaturgo spagnolo Tirso de Molina inaugurò il fortunato filone con L’ingannatore di Siviglia e il convitato di pietra. Un soggetto che nei secoli a seguire ha trovato, e incontra tutt’ora, fortuna e fascino in ogni disciplina espressiva, da Byron a Richard Strauss, da Ingmar Bergman a Jim Jarmusch.
Lo spettacolo in scena a Modena è ambientato sullo sfondo di una New York anni Ottanta. Un luogo che sembra fatto per Don Giovanni, una giostra inarrestabile dove la ricerca del piacere si trova in ogni angolo della città. “Ho pensato all’America reaganiana degli anni Ottanta – racconta la regista Rosetta Cucchi – ottimista e proiettata verso il futuro ma dove il moralismo borghese si contrapponeva alla crescente voglia di libertà di una parte della società; dove le grandi star del rock facevano impazzire i giovani e venivano seguite nelle mode e nei costumi morali e sessuali. Ma anche l’America dove l’ombra dell’AIDS iniziava a prendere forma e c’era chi la giudicava come una giusta punizione divina della corruzione dei costumi. In questo contesto ho immaginato un Don Giovanni star di uno dei locali alla moda newyorkesi come poteva essere il mitico Studio 54, amato da tutte le donne e da esse odiato quando stanco e annoiato le rifiutava. Un uomo mito che vive sopra le righe, forse conscio di dover bruciare tutto e subito rifiutando un futuro di decadenza fisica e sperando in una fine spettacolare”.

Frutto di una coproduzione internazionale, questo allestimento ha debuttato lo scorso febbraio all’Opera di Tenerife.

Venerdì 13 febbraio ore 20 fuori abbonamento

Dramma giocoso in due atti su libretto di Lorenzo Da Ponte

Personaggi e interpreti

Don Giovanni Alessandro Luongo
Il Commendatore Antonio Di Matteo
Donna Anna Yolanda Auyanet
Don Ottavio Francesco Marsiglia* / Blagoj Nacoski
Donna Elvira Raffaella Lupinacci
Leporello Roberto De Candia
Masetto Felipe Correia Oliveira** / Fumitoshi Miyamoto**
Zerlina Ayse Sener**

Direttore Aldo Sisillo 
Regia Rosetta Cucchi
Scene Andrea De Micheli
Costumi Claudia Pernigotti
Luci Andrea Ricci
Maestro del coro Stefano Colò

Orchestra Regionale dell'Emilia Romagna
Coro Lirico Amadeus-Fondazione Teatro Comunale di Modena

Coproduzione
Fondazione Teatro Comunale di Modena
Fondazione Teatri di Piacenza
Teatro del Giglio di Lucca
Ópera Tenerife – Auditorio de Tenerife "Adán Martín"

* Interprete perfezionatosi al "CUBEC Accademia di Belcanto di Modena"
** Interpreti selezionati fra gli studenti del "CUBEC Accademia di Belcanto di Modena"

Martedì 10 febbraio ore 18
INVITO ALL'OPERA
Incontro con
Aldo Sisillo direttore
Rosetta Cucchi regista