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L’Aroldo di Verdi venne rappresentato per la prima volta il 16 agosto 1857 per inaugurare il Nuovo Teatro di Rimini che, progettato dall’architetto Luigi Poletti, aprì finalmente i battenti nel luglio dello stesso anno dopo lunghe traversie. Per quell’occasione il teatro venne anche dotato di un grande sipario realizzato dal pittore bergamasco Francesco Coghetti sul tema di Giulio Cesare che passa il Rubicone. La scena raffigura il momento in cui, di notte, Cesare sul suo cavallo attraversa il fiumiciattolo sfidando lo stato romano. Nel cielo fosco appare l’immagine della Patria sconvolta («patriae trepidantis imago», come ha scritto Lucano nella Farsaglia) che ammonisce l’imperterrito condottiero. Tra l’altro non si hanno elementi sufficienti a stabilire se il Rubicone attuale, che sino alla fine degli anni Venti del Novecento si chiamava invece Fiumicino, corrisponda al corso d’acqua a cui i Romani davano quel nome. Sappiamo solo che il Rubicone antico scorreva fra le città di Cesena e Rimini nel cui territorio sono presenti alcuni fiumiciattoli detti appunto Fiumicino, Pisciatello e Uso. Fu solo nel 1932 che il nome antico venne restaurato da Mussolini per decreto: a partire da quell’anno il Fiumicino venne ribattezzato Rubicone all’interno di una campagna ideologica fondata sull’identificazione tra il Duce e il fondatore dell’impero romano. Tornando al 1857, Verdi e Giuseppina Strepponi, insieme al librettista e responsabile della messinscena Francesco Maria Piave, trascorsero circa un mese a Rimini. L’Aroldo venne diretto da Angelo Mariani e i ruoli principali vennero affidati ai seguenti interpreti: Aroldo ad Emilio Pancani (27 anni), Mina a Marcella Lotti della Santa (26 anni), Egberto a Gaetano Ferri, Godvino a Salvatore Poggiali e Briano a Giovanni Battista Cornago. Il Teatro di Rimini venne, dopo l’Unità, intitolato al primo re d’Italia, Vittorio Emanuele II, e continuò a svolgere il suo ruolo di massima istituzione della vita teatrale e musicale cittadina fino a quando, durante la seconda guerra mondiale, venne colpito nel corso del disastroso
bombardamento aereo del 28 dicembre 1943, uno dei più devastanti che subì la già semidistrutta città balneare. Dopo la guerra e la caduta del fascismo, il Consiglio comunale, in una delibera del 1947, da una parte decise di non ricostruire il teatro, dall’altra stabilì di ribattezzarlo col nome del musicista riminese Amintore Galli. L’edificio è rimasto, come una
ferita aperta nel cuore della città, per settantacinque anni. Durante questo lungo lasso di tempo, ogni tentativo di promuoverne la ricostruzione è finito in un nulla di fatto attraversato
da polemiche tanto feroci quanto inconcludenti. Poi il miracolo. Nel 1995 venne srotolato per la prima volta in pubblico il sipario che era stato recuperato dalle macerie dopo il  bombardamento dal custode del teatro Aldo Martinini. Benché lacerata e degradata, la grande tela colpì l’immaginario dei riminesi innescando un processo di presa di coscienza collettiva che portò alla formazione di un movimento d’opinione alla cui determinazione si affiancò una nuova volontà politica che fece breccia presso l’amministrazione comunale. Nel 2018 il Teatro Amintore Galli di Rimini, ricostruito a partire dal progetto polettiano, è stato restituito alla città e a tutta la comunità di coloro che si riconoscono nei valori della cultura e dell’arte.

ARGOMENTO
Di ritorno da una Crociata, Aroldo viene accolto dagli abitanti del castello. Giunge la moglie Mina, turbata e tormentata dal rimorso, che confessa di avere tradito il marito quando questi era in guerra. Aroldo vorrebbe battersi con il traditore ma Briano gli ricorda la sua missione di crociato e di cristiano, e il suo dovere di perdonare.

Giuseppe Verdi

Aroldo

Aroldo Luciano Ganci
Egberto Vladimir Stoyanov
Mina Roberta Mantegna
Briano Adriano Gramigni
Godvino Riccardo Rados
Enrico Giovanni Dragano

Direttore Manlio Benzi
Drammaturgia e regia Emilio Sala e Edoardo Sanchi
Scene Giulia Bruschi
Luci Nevio Cavina
Costumi Raffaella Giraldi e Elisa Serpilli
Movimenti scenici Isa Traversi
Montaggio video e proiezioni Matteo Castiglioni

Orchestra Giovanile Luigi Cherubini
Coro del Teatro Municipale di Piacenza
Maestro del coro Corrado Casati

Coproduzione Teatro Galli di Rimini, Fondazione Ravenna Manifestazioni, Fondazione Teatri di Piacenza e Fondazione Teatro Comunale di Modena

NUOVO ALLESTIMENTO

Programma di sala

Invito all'Opera

Ingresso libero via Goldoni 1 (obbligo di Green Pass)
In collaborazione con Associazione Amici dei Teatri Modenesi
27 gennaio ore 18
Presentazione a cura di Emilio Sala - Musicologo e drammaturgo dell'opera

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