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Restauro

Teatro Comunale Pavarotti-Freni

1838

Progettato nel 1838 e inaugurato il 2 ottobre 1841

Il Nuovo Teatro dell’Ill.ma Comunità, progettato nel 1838 dall’architetto di Corte Francesco Vandelli, fu costruito in appena tre anni con l’impegno appassionato, la perizia e l’estro di artisti, artigiani e costruttori modenesi. Comportò una spesa di 722.000 lire italiane sopportata dal governo della città. L’inaugurazione del Teatro ebbe luogo la sera del 2 ottobre 1841. Nella straordinaria occasione fu rappresentata l’opera Adelaide di Borgogna al Castello di Canossa, composta per la circostanza dal musicista modenese Alessandro Gandini.

Ieri sera ebbe luogo – si legge nelle cronache dei tempo – la solenne apertura di questo nobile e magnifico edifizio sotto gli auspici della R. Corte.. Il lusso delle decorazioni lo rende brillantissimo… Ben dir si può che fra i teatri italiani quello di Modena occupa uno dei primi posti… Mentre il Teatro Italiano faceva a Parigi l’inaugurazione della sua sala davanti alla sua nobiltà, la città di Modena inaugurava il suo nuovo Teatro alla presenza di ciò che l’aristocrazia italiana ha di più illustre.

1998

Apertura del Teatro Comunale di Modena restaurato

A distanza di oltre un secolo e mezzo il Teatro Comunale vive una seconda inaugurazione dopo essere stato restaurato in ogni parte della struttura, delle decorazioni e degli arredi e, nel contempo, rinnovato negli impianti e nell’apparato tecnico. La complessa mole di lavori è stata realizzata in meno di due anni, preceduta, nel tempo, da diversi interventi strutturali diretti a predisporre il Teatro alla fase conclusiva dei restauro e della ristrutturazione tecnologica. Oltre quaranta sono le imprese che hanno prestato la loro attività. La spesa sostenuta dal Comune di Modena, con il contributo della Comunità Europea e della Regione Emilia Romagna, è di oltre nove miliardi. La Fondazione della Cassa di Risparmio di Vignola si è assunta l’onere dei restauro dei sipario storico di Adeodato Malatesta. Il Teatro Comunale inizia ora una nuova fase della propria vita secolare.

Aquila Estense

Sulla sala si affacciano centoventi palchi suddivisi in cinque ordini; al centro del secondo ordine, decorato in maniera particolarmente preziosa, appare il palco grande della corona (così si definiva all’epoca in cui il Teatro fu costruito). Nell’ambito del restauro, sul palco della corona è stata ricollocata l’aquila estense, la quale venne rimossa nel 1859 con l’Unità d’Italia e sostituita con lo stemma sabaudo. Col ritorno dell’aquila estense si è voluto ripristinare l’assetto originale del palco, progettato da Francesco Vandelli con coerenza stilistica e decorativa.

Lo stemma della città di Modena, cosi come si riscontra nella maggior parte dei teatri, ha trovato collocazione sull’arlecchino del velario, al centro dell’arco scenico. Scelto tra quelli adottati dalla città nella prima metà dell’Ottocento, all’epoca della costruzione del Teatro, esso è stato realizzato dallo scenografo Rinaldo Rinaldi. Le preesistenti poltrone della platea sono state maggiormente distanziate tra fila e fila in modo da renderle più confortevoli. Salendo gli scaloni che portano ai quattro ordini di palchi si nota il restauro radicale delle pareti a stucco lucido. Nei primi tre ordini sono stati restaurati gli stucchi dei corridoi e delle pareti dei palchi; negli stessi palchi il restauro si è esteso alle decorazioni dei soffitti, ai pavimenti e agli arredi costituiti dalle panchette con i relativi schienali originali, dalle sedie e dagli sgabelli. L’intero arredo ha recuperato la sua antica singolare eleganza con il ripristino del damasco bianco a fiori rossi che arredava il Teatro alle sue origini.